Mostre e perfomance

“Intersezione” è una delle parole chiave di questa edizione: a OFF, il cinema incontra e dialoga con le altre arti visive, attraverso una proposta di installazioni e performance che arricchiscono e rendono unica l’esperienza degli spettatori.

Proprio a queste OFF affida il compito di “aprire le danze” delle proiezioni: per l’intera durata della manifestazione, prima dell’inizio dei film lo schermo ospita “Dama”, installazione di Alice Mocellin dedicata alle donne afghane.

Il mondo è sordo al grido di un popolo, al grido di una sua parte, come un gioco di caselle bianche e nere, ma pericoloso, nascere uomo nascere donna fa la differenza, un’invalicabile differenza, come un muro di filo spinato elettrificato, dove fuori la vita continua serena ma dentro è l’inferno.

Non è Dio a volere conquiste, dominio sterminio, come hanno sempre cercato di convincerci, il rapporto col Divino è Personale e Universale, non segue regole religiose, è l’uomo che non riesce a smettere di dominare e sottomettere il suo prossimo. E intanto lei grida, ed è gigantesca come una Dea, ma il suo grido non può arrivare, perché nessuno di noi la ascolta, perché a nessuno di noi, in fondo, importa.. Da questo lato del recinto.

Domenica 19 settembre sono le arti performative ad inaugurare la manifestazione: a partire dalle 18.30, la spiaggia Madonna dell’Altomare si trasforma in una scena a cielo aperto, con la parade di performers realizzata con il patrocinio dell’Accademia delle Belle arti di Napoli e dell’Accademia delle Belle arti di Lecce.

Si comincia con “Cosa siamo e cosa saremo (se…)”: suoni, movimenti, gesti, danze, voci e pitture per abbattere le distanze interpersonali e creare sinergie e vibrazioni. Un palcoscenico comune per connettere pubblico e performer in un’unica opera d’arte. Una performance inclusiva e interattiva di Mauro Maurizio Palumbo con Lory Coletti, Camilla Venanzio, Melania Russo, Giada Barbaro, Emanuela Sepe, Federica Amuro, Simone Talpa, Gioele Barrella, Gabriele Zucco in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

A seguire, le suggestioni di “XXXY Rituals” con Maurizio Chiantone, sound artist, Aryan Sebt e Maria Nocerino, che curano la programmazione e l’elaborazione degli elementi interattivi sonori.

L’opera invita alla riflessione su inclusione, diversità e genere. Molti sono gli studi che indagano sulle correlazioni fra le frequenze del suono e gli effetti contestuali sull’ecosistema, fino a giungere ad affermazioni di principi sulla pura energia combinata. Una visione sul/del mondo che coinvolge ognuno di noi rendendoci partecipativi e connessi. Umani. Comprendere questa forte interazione fra le arti, emozionalmente, fisicamente, comunicativamente, può spingerci di più verso un richiamo a quella universalità che rappresentiamo e ad una ricerca aperta, libera, condivisa, senza barriere. Il rituale che utilizza il medium acustico esorcizza la paura.Anche la prima delle proiezioni in programma adotta le arti performative: alle 21 presso la spiaggia Madonna dell’Altomare il film “Rebus” (fuori concorso) verrà accompagnato dalla voce narrante di Simone Coppo e Eleonora De Luca.

Il Castello Aragonese diviene teatro di arti e discipline differenti: lunedì 20 settembre alle ore 18 nella Sala dell’immaginario si inaugura “Art OFF/Aperto60”, mostra dei docenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.

OFF intende promuovere le professionalità del vasto mondo dello spettacolo con un occhio alla formazione e per questo stringe un’importante partnership con he.Art.

Il 21 settembre alle 19 la spiaggia Madonna dell’Altomare ospita “The virtual performers & he-Art”: Matteo Forte presenta il progetto che ha coinvolto circa 200 attori/performer professionisti, attraverso le loro performance virtuali caricate online sulla piattaforma www.heart-social.com. Uno di loro sarà premiato con il premio he.Art Off , e avrà quindi la possibilità di presentare la manifestazione con  un passaggio del testimone dall’attore Gabriele Greco (che presenta le prime due serate).

L’intersezione e il dialogo tra culture sono al centro di OFF 2021. Mercoledì 22 settembre alle 17.30 nei sotterranei del Castello si inaugura la mostra di Stefano Romano, “Punto di rugiada”, a cura di Francesco Scasciamacchia.

La mostra, realizzata in partnership con l’Istituto italiano di cultura di Tirana e Otranto Film Festival, viene presentata per la prima volta in Italia e resta aperta fino al 30 novembre 2021.

«La mostra è un apparato esperienziale composto da diversi elementi, in cui una delle installazioni ambientali occupa una delle sale lungo i corridoi dei sotterranei del castello. Una luce ambientale mima i colori del cielo in transizione dalla notte al giorno nel viaggio che l’artista compie da Bari a Valona: rotoli di carta, srotolati dal soffitto al pavimento dello spazio, divengono vele che periscono, in grado di compiere solo un viaggio impossibile. Venti deboli soffiano da un ventilatore che muove le vele lievemente. Ecco che il viaggio collettivo di migrazione con le immagini mediatiche di più di ventimila albanesi su una nave diviene un viaggio in solitaria; che le vele robuste e in grado di attraversare il Mediterraneo divengono meri “pezzi” di carta; e che il vento che soffia veloce diviene un marchingegno estetico per la costruzione di un ambiente esperienziale. In questo modo l’artista, come nei suoi precedenti lavori, sceglie il tema politico ma lo spoglia dai suoi apparati mediatici e, attraverso l’estetica, in questo caso teatrale, si tratta quasi di una scenografia, mette in scena la migrazione, non come atto sociale, politico e/o mediatico ma nella sua dimensione esperienziale. Una dimensione che l’artista stesso ha esperito ma che come in un palcoscenico senza attori invita il pubblico ad esperire, disposto ad essere disorientato e a scardinare la struttura paradigmatica di ciò che consideriamo il fenomeno migratorio, e in particolare quello che ha legato negli anni novanta l’Italia all’Albania» (dalla presentazione di Francesco Scasciamacchia).

Le migrazioni, e in particolare il lungo viaggio degli albanesi in Italia sono protagonisti dell’opera di Adrian Paci, artista albanese residente in Italia da molti anni, tra i protagonisti della scena  europea contemporanea. Di Paci, il festival propone una rassegna speciale che si sviluppa attraverso proiezioni fuori concorso lungo tutto l’arco della manifestazione. In programma i corti  “Britma”, “The guardians”, “Vedo rosso” e il film “Prova” (2019).

Il 22 settembre alle 19.30 sulla spiaggia Madonna dell’Altomare dopo la proiezione di “Prova” OFF premierà l’artista per aver fatto da ponte e trasformato con la sua arte il concetto di migrazione in connessione.
La complessità di esprimere la narrazione e il suo intimo essere a parole si riflette nell’opera video “Prova”. In questo film Paci prende come punto di partenza il suo lavoro precedente, Turn on (2004), e lavora con gli stessi protagonisti, i disoccupati in cerca di lavoro di Shkodër in Albania. Lo sfondo è la spina dorsale in cemento di un edificio mai completato, al centro si trova un gruppo di uomini che sembrano in attesa. È buio e l’unica fonte di luce sono i lampioni del paese. Una notte intera, dal tramonto all’alba, i protagonisti si guardano, sorridono o si addormentano in piedi. Il silenzio percepito è interrotto di volta in volta dal ripetuto richiamo delle parole “Prova, prova .. ” pronunciato dagli uomini nei microfoni che usano come durante un soundcheck. È come se aspettassero la loro comparsa, che però non arriva mai. Non appena uno degli uomini smette di parlare la narrazione prosegue con sguardi, pose e gesti. Il loro linguaggio del corpo e i loro volti segnati dalla vita raccontano una storia che le parole non possono esprimere. Dopo un po’ la telecamera segue per diversi minuti un gruppo di cavalli e cani mentre corrono liberamente per le strade e sembrano deridere i protagonisti con la loro stessa recitazione liberale. Sembra che gli animali avvertano l’urgenza di agire e riflettano opportunità e libertà, ma evochino anche il desiderio di evadere.

Chiude il programma delle performance, il 24 settembre alle 22 presso la spiaggia Madonna dell’Altomare, “Visual effect e 3D”, omaggio a Gianni De Benedictis di Futuro Remoto, sponsor dei premi del festival. Presentazione a cura di EDI Effetti speciali – Pasquale Croce e STS Communication.
«Siamo cresciuti a pane ed effetti visivi e ogni giorno lavoriamo per rendere reale tutto quello che si può immaginare. Tra la testa del creativo o del regista e lo schermo, in mezzo ci siamo noi. Per questo, qualsiasi sia l’idea che avete in mente, la nostra risposta è sempre sì, si può fare».

EGO – East Gate Otranto

Cooperation Film Projects beyond the Adriatic
I edizione, 20 – 21 Settembre 2021

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L’idea portante della sesta edizione di OFF, la cooperazione, diventa il tema centrale anche della sezione del festival dedicata al sistema produttivo del cinema, con la prima edizione di Ego – East Gate Otranto, promossa da Apulia Film Commission e OFF, in programma il 20 e 21 settembre.

L’industria cinematografica all’interno dei Paesi Balcanici sta vivendo un periodo esplosivo in termini di qualità e quantità delle produzioni, successi ai Festival internazionali e crescita continua e costante dei supporti finanziari statali.

EGO – East Gate Otranto riunisce professionisti italiani, europei e balcanici di tutta la filiera audiovisiva per mettere insieme esperienze professionali, creare cooperazione, scoprire i talenti emergenti, analizzare nuove forme produttive, narrative e distributive di una Macroregione con un potenziale geopolitico strategico e sempre più in crescita, confrontarsi sulle prospettive comuni date da coproduzioni e fondi europei.

Il 20 settembre, nel corso di Otranto Film Festival si organizzerà il Pitch Balkan, ovvero la presentazione dei migliori progetti balcanici davanti a un pubblico composto da produttori italiani ed europei. Seguiranno gli incontri B2B tra produttori e autori, momenti importanti per acquisire le informazioni necessarie e analizzare le opportunità di finanziamento reali che ci sono nelle rispettive aree nazionali.